Cecatielli e fagioli. Videoricetta

Piatto della nostra tradizione in versione estiva: i fagioli freschi, in dialetto “i cicci”, abbinati ai cavatelli fatti in casa. Un gusto eccezionale, un sapore antico e indimenticabile.

Ingredienti per 4 persone

  • 500 g di fagioli bianchi già sgranati
  • un litro e mezzo di acqua circa
  • 100 g di pomodori spellati
  • 1 carota
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 costa di sedano
  • a fine cottura sale e 3 cucchiai di olio evo
  • Per i cecatielli o cavatelli:
  • 200 g di semola di grano duro
  • 100 g di farina 0
  • (le proporzioni possono essere variate)
  • 140 g ca. di acqua tiepida

In alternativa cavatelli freschi già pronti, maltagliati, gnocchetti sardi o pasta mista o a tubetti.

Impastiamo i cecatielli

Impastiamo il tutto e dopo il riposo della pasta, formiamo dei filoncini. Tagliamo dei pezzetti da due cm ca e incaviamo con le dita come più ci piace. Chi ha la planetaria, può impastare con il gancio.

Ho cotto i cecatielli dopo un paio d’ore di essiccazione. Nel caso volessimo conservarli per i giorni successivi facciamo così: mettiamoli ad asciugare per 4/5 ore sino a quando non si attaccano più tra di loro. Poi mettiamoli in un sacchetto in frigo senza chiudere completamente altrimenti si fa la condensa.

Volendo, si possono congelare.

Ho utilizzato farina 0 invece di 00 perché trovo che tiene meglio forma e cottura.

cecatielli e fagioli

Mettiamo i fagioli e gli odori a bollire a freddo, ricoprendo tutto di acqua. Cuociamo per circa un’oretta e un quarto, aggiungendo acqua bollente man mano che si asciuga.

Alla fine saliamo e aggiungiamo l’olio.

Scaldiamo la pasta in acqua bollente, togliendola appena l’acqua riprende il bollore. Passiamola direttamente nei fagioli. Ancora un paio di minuti di cottura ed è pronto.

Volendo, si può cuocere la pasta direttamente nei fagioli.

La “cucinella” di papà

Questo piatto ha accompagnato la mia vita in famiglia. I fagioli erano di nostra produzione, “i quarantini”. Oggi è più difficile reperire questa varietà, soprattutto da freschi. Oltre che cicci, venivano chiamati anche “sgragnolarielli”.

cecatielli e fagioli

La pasta fresca era dapprima opera di Maria, detta Maria ‘e Minuccio; poi, dopo la sua scomparsa, papà ha continuato da sé.

Maria, insieme al marito Minuccio, curava la campagna. Era un’artista della pasta fatta in casa. Tirava la sfoglia perfettamente tonda, poi la prendeva per un lembo e, sollevandola un poco, vi  soffiava sotto per verificarne la sottigliezza. Se era pronta, si gonfiava, come un lenzuolo al vento.

Conservo ricordi bellissimi, passavo tanto tempo ad osservarla. Penso che il mio amore per gli impasti sia nato lì, nella “cucinella” di papà.

L’espressione del viso di Maria, i movimenti carezzevoli e sapienti delle mani nel lavorare l’impasto, la sicurezza con cui tagliava pezzetti tutti uguali, la gioia di piatti buonissimi cucinati per noi.

Non assaggerò mai più un cibo così. Potrò solo cercarne il ricordo nelle ricette che condivido con voi.

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Sono Antonietta Polcaro: cuoca, autrice ma soprattutto appassionata di cucina! Da anni condivido la mia storia e le mie ricette con tutti voi.