Gueffus – Videoricetta

I Gueffus sono dolci sardi, buonissimi e veloci, senza cottura in forno. Solo qualche minuto di cottura sul fornello. Ideali da regalare, anche durante le festività natalizie.

Gueffus: le origini della ricetta

gueffus, o guelfos, sono un tipico dolce per le feste della tradizione sarda.

Sono piccole sfere di pasta di mandorle, molto delicate e gustose, presentate a forma di caramella, avvolte in carta velina colorata.

Nel libro Accabadora di Michela Murgia (ed. Einaudi pag. 44) la parola gueffus viene posta in relazione ai medioevali Guelfi, per via del taglio a denti piatti dei bordi della carta in cui vengono avvolti i dolci che richiamerebbero appunto le torri dei castelli guelfi.


Ma come ha poi chiarito la stessa autrice: “Poiché la mia interpretazione letteraria dell’etimologia dei gueffus in Accabadora continua ad avere molto successo, mi è doveroso avvisare gli incauti che si tratta di una pura invenzione letteraria”.

Il nome “Gueffus” è in realtà una corruzione del nome spagnolo “huevos”, che richiama la forma ovoidale del dolce.

Come ho scoperto la ricetta

La ricetta di oggi non è mia, ma suggerita da Maria Olianas, che me ne ha parlato così:

“sono squisiti e in Sardegna li fanno in pratica tutti. 😁😁

Ho conosciuto Maria, tramite la mia pagina di cucina. Ha subito manifestato la mia simpatia per me, facendomi tanti bei complimenti. Mi ha raccontato, come spesso succede con tantissime persone che posso definire amiche, un pezzetto della sua vita. Trapiantata a Bologna, dove vive, sempre con lo sguardo rivolto alla sua Sardegna, dove torna appena le è possibile. Una donna simpatica Maria, scherzosa e sempre con il sorriso, che l’aiuta a superare momenti difficili, come quello appena trascorso.

Ci siamo piaciute subito, e così le chiesi di regalarmi una ricetta tipica sarda. Lei scelse i Gueffus, che la sua mamma faceva spessissimo. Perciò ho pensato di proporveli perché mi sembrano un’ottima idea sia come regalo che come dolce facile e veloce, soprattutto perché senza cottura.

Gueffus

Portata Dessert
Cucina Italiana
Porzioni 20 porzioni

Ingredienti
  

  • 250 g mandorle pelate
  • 250 g zucchero
  • 70 g acqua
  • 25 g liquore (mirto, limoncello, anice)
  • q.b. buccia di limone grattugiata
  • q.b. qualche goccia di mandorla amara
  • q.b. qualche goccia di fiori d’arancio

Istruzioni
 

  • Tritiamo le mandorle con il mixer. Io ho utilizzato, come mi ha suggerito Maria, le mandorle con la buccia.
  • Le ho tenute una decina di minuti in acqua bollente, in modo da poterle spellare agevolmente.
    In ogni caso, potremo utilizzare quelle già pelate.
  • ll composto non deve risultare molto asciutto. A questo punto spegniamo e facciamo intiepidire. Io ho trasferito il composto in un piatto leggermente bagnato, ma potremo tranquillamente lasciarlo nella pentola stessa.
  • Dopo pochi minuti, appena intiepidito, bagnandoci le mani nell’acqua o nel liquore, preleviamo dei pezzetti grossi quanto una noce e arrotondiamoli tra le mani.
  • Mettiamole in un piatto e una volta terminata questa fase passiamo tutte le palline nello zucchero semolato, meglio, oppure a velo.
  • In una pentola dal fondo spesso, mettiamo l’acqua e lo zucchero. Portiamo a bollore e aggiungiamo gli aromi, limone grattugiato e qualche goccia di mandorla amara oppure fiori d’arancia o anche neroli, la farina di mandorle, poi il liquore scelto.
    Mescoliamo bene, abbassando la fiamma al minimo e lavoriamo il composto fino a quando inizia a staccarsi dalle pareti della pentola.
  • Facciamole asciugare un'oretta poi passeremo a incartarle. Dapprima in un poco di carta argentata poi nella carta velina.
  • Maria racconta che la mamma usava la carta velina bianca, poi sopra quella colorata: per il limoncello gialla, per il mirto violetto e così via.
  • La carta velina può essere preparata con la macchinetta della pasta, passando i rettangoli prima da un’estremità, poi dall’altra.
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Curiosità sui Gueffus

Alcune delle curiosità sui gueffus sono legate alle diverse varianti che è possibile assaggiare nelle varie zone della Sardegna. Un esempio è dato proprio dai sospiri di Ozieri, che si caratterizzano per l’aggiunta del miele nell’impasto e per la presenza di una glassa bianca. A variare è anche la forma, leggermente schiacciata e meno tondeggiante rispetto alle altre tipologie.

gueffus incappaus, invece, non hanno la consueta copertura a base di zucchero ma sono ricoperti di glassa reale, mentre i bucconettes sono un’ulteriore variante caratterizzata dalla presenza di nocciole al posto delle mandorle.

Spero che questa ricetta vi abbia incuriosito e invogliato a prepararla per un momento di dolcezza con le persone care.

Se amate questo tipo di dolci, vi suggerisco la preparazione anche dei baci di dama, i biscottini bianchi e neri oppure i famosissimi macarons. Taggatemi sui social nelle vostre ricette e condividerò il risultato.