Finocchi e cavolfiori gratinati

Finocchi e cavolfiori gratinati, un classico della cucina invernale in una versione meno calorica. Gratineremo con un formaggio magro spalmabile oppure con la ricotta. Per finire uno spolverata di parmigiano, pangrattato e pepe.

Finocchi e cavolfiori gratinati, ingredienti per tre/quattro persone:

  • un cavolfiore medio (o 3 finocchi)
  • 200 g di formaggio spalmabile magro (in alternativa 250 g di ricotta)
  • una tazzina di latte scremato
  • sale e pepe
  • parmigiano e pangrattato per gratinare

Puliamo il cavolfiore e stacchiamo le cime, aiutandoci con il coltello. Dopo averlo lavato, lessiamo i pezzi in acqua bollente leggermente salata per sette, otto minuti. Se utilizziamo i finocchi, tagliamo a fette non troppo sottili e cuociamo per quattro, cinque minuti.

Scoliamo bene.
In una ciotola uniamo il latte al formaggio spalmabile o alla ricotta in modo da ottenere una sorta di pastella, regoliamo di sale e pepe a piacere.

Prendiamo le cime di cavolfiore o le fette di finocchio e passiamole nella pastella, disponendole man mano in una teglia da forno, senza sovrapporre i pezzi.

Spolveriamo con grana o parmigiano grattugiato, pangrattato ed eventualmente ancora un po’ di pepe.

Inforniamo a 170° per una mezz’ora. Se non è abbastanza colorito, possiamo terminare la cottura passando la teglia per due minuti sotto al grill.

Questa ricetta “light” mi è stata suggerita da mia figlia Eugenia, che fa la biologa. E’ sempre attenta a mangiare bene in maniera salutare, avendo comunque particolare cura nel creare piatti sfiziosi e saporiti.

Il cavolfiore possiede proprietà antiossidanti e aiuta a contrastare il diabete e l’ipertensione. E’ ricco di minerali e vitamine.

Una curiosità: può essere mangiato anche crudo, insieme ad altre verdure, in insalata. Si prende solo la parte superiore del “fiore”, la cosiddetta testina e si taglia a fettine sottili il più possibile.

Il finocchio contiene principalmente acqua, quindi pochissime calorie e proprietà depurative ed antinfiammatorie.

Dal finocchio deriva il termine infinocchiare nel senso di “truffare, imbrogliare”.

“L’espressione “lasciarsi infinocchiare” deriva dall’abitudine dei cantinieri di offrire spicchi di finocchio orticolo a chi si presentava per acquistare il vino custodito nelle botti. Il grumolo infatti contiene sostanze aromatiche che modificano leggermente la percezione dei sapori, rendendo saporito il successivo assaggio di un vino di qualità scadente o prossimo all’acetificazione.” Da wikipedia.


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Sono Antonietta Polcaro: cuoca, autrice ma soprattutto appassionata di cucina! Da anni condivido la mia storia e le mie ricette con tutti voi.