I friarielli di papà.

I “friarielli” di papà, proposti nelle sue versioni, i friggitelli, di cui lui era grande estimatore. Oggi mi piace ricordarlo anche con un aneddoto. In un altro articolo vi proporremo idee più moderne.

Il ricordo.

Quando arrivava l’estate, a casa mia era un trionfo di ortaggi, verdure, legumi e anche cereali. Nell’orto si raccoglievano melanzane, zucchine, peperoni rossi, pomodori di tanti tipi, patate, insalata, fagioli e …. “friarielli”.

Nel nostro dialetto sono chiamati così i friggitelli verdi, una varietà di piccolo peperone dolce. Ero talmente abituata a chiamarli in questo modo, che, quando, poco più che ventenne, a Napoli, sentii parlare, per la prima volta, di una pizza “salsicce e friarelli”, ebbi un sussulto. Tra me pensai: e come si digerisce ‘sta pizza?

Scoprii, allora, che a Napoli i friarielli sono i broccoli di rapa, da noi detti “ruoccoli”.

Mio padre era appassionato di friarielli e di melanzane. Zucchine non tanto, a meno che non li facesse alla scapece, perché il loro sapore era sciapo e acquoso.

Durante l’estate, con le scuole chiuse, era sempre in giro per la campagna. Iniziava la mattina presto ad innaffiare i pomodori, poi proseguiva con mille altre attività. Verso le dieci, sotto lo sguardo attento di mamma, che a quell’ora aveva finito le pulizie al piano superiore, si lavava, si vestiva e saliva in auto al paese per la spesa quotidiana. Quando tornava, spedito spedito, avviava il pranzo nella cucina a lui dedicata. Mamma, infatti, per scongiurare danni alla “cucina buona”, ne aveva fatto ricavare una di battaglia, “ ‘a cucinella”.

Papà, dividendosi tra il pranzo e la sistemazione della spesa, faceva la spola tra il frigorifero e la cantina, che fino ad un certo punto, è stata di suo dominio assoluto.

Vi erano certi alimenti che a papà piacevano e a mamma no. Tra questi c’erano i friarielli, che per lei erano indigesti.

Papà, comunque, dal momento che cucinava lui, non ci rinunciava. Se quelli del nostro orto non erano ancora pronti, li comprava al mercato e li metteva quasi nascosti in cantina. Li lasciava nella busta bianca della spesa, a cui faceva due piccoli buchi sul fondo, in modo che passasse l’aria. Poi, prendeva questa busta e l’appendeva, per un manico, all’estremità di una delle cassette di legno disposte sul tavolo della cantina, piene delle sue mille indispensabili cose. Immaginava che appesa così, in maniera disinvolta e quasi mimetizzata, non avrebbe dato nell’occhio (di mamma). Era così vero, che qualche volta se la scordava pure lui! Allora mamma aveva un doppio motivo per rimproverarlo, perché prima faceva la spesa e poi se la scordava!

Cosa sarebbe il cibo, papà, senza il ricordo dei tuoi pranzi, dei tuoi affanni per renderlo speciale, delle tue scaramucce con mamma, che quando le chiedevi: “Giannì, te la sbuccio la frutta?”, lei non ti rispondeva quasi mai, e allora voleva dire di si, ma senza darti soddisfazione!

Parlare continuamente di voi, mi consente di avervi ancora con me.

Friarielli con pomodorini.

Friggiamo i peperoncini in olio extravergine. Togliamoli a metà cottura. Nello stesso olio, magari ne teniamo da parte un poco, mettiamo un aglio a pezzetti e dei pomodorini maturi, con o senza buccia, come li preferiamo di più. Saliamo. Facciamo cuocere per cinque, dieci minuti, aggiungiamo i friarielli e terminiamo la cottura.

friarielli e pomodorini

Mio papà usava “pulire” la padella dai residui di sugo con delle fette di pane casereccio. Inutile dire che esse scomparivano prima di arrivare a tavola. Conservava per la sua cena due tre friarielli, di numero, e li accompagnava con una patata bollita.

Friarelli e uovo fritto.

Friggiamo i peperoncini in olio extravergine con uno spicchio d’aglio. Una volta cotti li saliamo e nello stesso olio friggiamo le uova.

friarielli e uovo fritto

Il piatto preferito di papà, insieme all’uovo fritto su una fetta di scamorzone.

Cianfotta o ciambotta.

Ingredienti: friarielli fritti, melanzane, zucchine, pomodorini, olio evo, aglio, sale, basilico, altrimenti detto “vasinicoia”.

friarielli in ciambotta o cianfotta

Tagliamo le melanzane e le zucchine a cubetti. Mettiamo a friggere in olio evo prima le melanzane insieme ad uno spicchio di aglio, poi dopo una decina di minuti le zucchine. Saliamo. Terminiamo la cottura e togliamole dalla pentola. Nell’olio rimasto mettiamo uno spicchio d’aglio ed un po’ di pomodorini maturi, con o senza buccia. Facciamo cuocere per una decina di minuti poi aggiungiamo, per un’ultima ripassata in padella di qualche minuto, il tempo per insaporire il tutto, le melanzane e le zucchine cotte insieme, i friarielli fritti separatamente. A fine cottura aggiungiamo il basilico.

Papà in questo piatto quasi mai metteva le zucchine, perché le riteneva superflue. Cucinava lui e quindi… aveva il diritto di decidere!

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Sono Antonietta Polcaro: cuoca, autrice ma soprattutto appassionata di cucina! Da anni condivido la mia storia e le mie ricette con tutti voi.