Scafazzata – Videoricetta

La scafazzata: un dolce velocissimo, che ho conosciuto grazie a mio marito, che né è molto goloso. Ho pensato che ci torna utilissimo perché si fa in un attimo ed è senza cottura.

La scafazzata: origini della ricetta

Non è la prima volta che approdiamo in Sicilia per delle ricette golosissime in materia di dolci. E anche quella di oggi, infatti, è di origini siciliane: la scafazzata, sebbene il nome possa risultare simpatico, è una vera delizia! Provare per credere!

La Sicilia in materia di dolci è una vera regina, bisogna ammetterlo. Cassate, cannoli, Iris fritti o al forno, per non parlare poi dei classici dolcetti per le feste come i mustazzoli, la frutta Martorana e chi più ne ha più ne metta.

Chi è mio assiduo lettore si ricorderà dei cannoli, della cassata e la pasta di mandorle; non importa il periodo, quando vogliamo preparare un dolce, come dico sempre, bisogna farlo con tutto il sentimento! Non dobbiamo risparmiarci.

Ed è proprio il caso della ricetta di oggi, ecco cosa vi occorre e come prepararla.

La scafazzata

Preparazione 9 minuti
Portata Dessert
Cucina Italiana
Porzioni 6 porzioni

Ingredienti
  

  • 500 g ricotta di pecora o vaccina
  • 150 g zucchero
  • qualche cucchiaio cedro e arancia candita
  • qualche cucchiaio cioccolato extrafondente a pezzetti
  • qualche guscio di cannolo – grandi o piccoli.

Istruzioni
 

  • In un contenitore mettiamo la ricotta con lo zucchero.Schiacciamo grossolanamente con una forchetta. Copriamo con coperchio o pellicola e mettiamo in frigo sino al giorno dopo, quando troveremo lo zucchero completamente sciolto.
  • Nel caso volessimo preparare questo dolce da mangiare in giornata, utilizziamo lo zucchero a velo, anche vanigliato e mescoliamolo con la ricotta utilizzando un frullino a bassa velocità.
  • Nell’altro caso passiamo la ricotta al setaccio o, volendo, anche con le fruste, sempre a bassa velocità.
  • Aggiungiamo il cioccolato a pezzi e i canditi.
  • Prima di servire sbricioliamo sopra i cannoli.
  • Ecco che otteniamo una ricetta particolare alla vista e gustosissima!
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Come ho scoperto questa ricetta

Mio marito ha sempre esaltato questo dolce, raccontandomi che nei suoi viaggi di lavoro gli era spesso capitato di mangiare la scafazzata nelle pasticcerie siciliane. La prima volta, al suo stupore di fronte alla presentazione inusuale di questo dolce, che oggi chiameremmo cannolo scomposto, gli spiegarono che era un modo per riutilizzare i cannoli rotti, che chiaramente non potevano essere farciti.

Come sapete, lui è una persona che si entusiasma facilmente e che poi quando riporta i fatti accaduti o le notizie apprese li enfatizza sempre un poco. Io, invece, che da “massaia” sono più concreta, mi dicevo: “va’ buo’ che sarà mai tutta sta scoperta?.” Soprattutto quando, di fronte alla sua richiesta di replicare il dolce, mi chiedevo perché mai dovessi rompere il cannolo per fargli la scafazzata, dal momento che oggi i processi industrializzati permettono anche alle pasticcerie di avere pochissimo scarto. Saranno rimasti in pochi a preparali artigianalmente.

A maggior ragione se i gusci dei cannoli li avessi fatti io! Mai e poi mai gli avrei permesso di distruggere il mio lavoro!

Vabbè, scherziamo.

Non scherzo invece quando vi dico che questa ricetta mi è venuta in mente ora che tutti noi, qualcuno certamente di più, deve stare attento ai consumi di luce e gas. Perciò, eccomi qua con la scafazzata, per la felicità di mio marito… e spero ora anche la vostra!

Fatemi sapere se la preparerete taggandomi nelle foto sui social.